Aprile 2020, lockdown. In questi mesi mi sono ripetuta frequentemente una domanda: quale messaggio ci sta portando la pandemia scatenata dal COVID-19, quale insegnamento? Dal mio punto di vista questa situazione ci porta innanzitutto a riflettere sul tema del CONFINE: il confine del proprio Corpo, il confine della propria Casa, il confine della propria Nazione. Cosa fare entrare e cosa no? Da cosa proteggerci e cosa portare a noi? La costituzione della nostra Identità è un processo individuale o collettivo?
Partiamo dal presupposto che l’esperienza personale si sviluppa sempre all’interno di un sistema intersoggettivo in evoluzione. La mente degli individui è costantemente alla ricerca di altre persone con cui entrare in risonanza e condividere esperienze. Tutto quanto pensiamo, sentiamo e desideriamo è influenzato dai pensieri, dai sentimenti e dalle intenzioni che percepiamo negli altri. Abbiamo dunque bisogno di incontrare lo sguardo dei nostri simili per formarci come individui e mantenerci tali (è riflettendosi negli occhi degli altri che il protagonista del Pirandelliano “Uno, nessuno e centomila” si accorge di essere Centomila).
In questo periodo di quarantena forzata si parla tantissimo di Isolamento, ma è necessario riflettere anche sul rischio di Invasione che anche adesso, come in altri momenti, può riguardarci. A tale proposito mi è tornato in mente il DILEMMA DEL PORCOSPINO.
“In una fredda giornata d’inverno un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta e per proteggersi dal freddo si stringono vicini. Ben resto però sentono le spine reciproche ed il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li porta di nuovo ad avvicinarsi si pungono di nuovo. Ripetono più volte questi tentativi, sballottati avanti e indietro tra due mali, finchè non trovano quella moderata distanza reciproca che rappresenta la migliore posizione, quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi e nello stesso tempo di non farsi del male reciprocamente.”
Questa storia ci porta a riflettere su come per molte persone sia faticoso trovare il giusto equilibrio che consenta loro di rimanere vicini all’Altro, per potersi scaldare, senza rischiare però di ferirsi. Anche in questo periodo è fondamentale tutelare i nostri Confini. Molte persone, per la paura di annoiarsi o restare isolate, hanno abbassato le proprie difese facendo entrare nel proprio “Territorio” più di quanto riescano a gestire: troppe persone, troppe telefonate, troppe attività, troppi aperitivi (online).
Credo che questo momento rappresenti una preziosa occasione per ascoltarci profondamente e riuscire a dire dei NO a delle attività, a delle telefonate, a delle sollecitazioni quando queste non ci corrispondono. Diventa dunque fondamentale ricercare l'Altro, senza annullarsi in esso, e al contempo allontanarsi dall’Altro per poi riscoprirLo. Per esistere l’essere umano ha bisogno dell’Altro, ma per esistere ha anche bisogno di separarsi dall’Altro perché solo nell’equilibrio tra Sè e l’Altro è possibile lo sviluppo del proprio Sé autentico.
Dott.ssa Erica Giusti
Psicologa Psicoterapeuta a Bologna (BO)
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Dott.ssa Erica Giusti
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Diploma di Specializzazione in “Psicoterapia Biosistemica”, Laurea Specialistica in "Psicologia delle Organizzazioni e dei Servizi", Laurea Triennale in "Scienze e Tecniche di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni
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